ÁGNES HELLER: filosofa ungherese, rimane ancorata alle sue teorizzazioni dei bisogni radicali, pur non professandosi più marxista (“il comunismo fu dittatura sui bisogni)

<wikipedia> fu massimo esponente della «Scuola di Budapest» dissidente dei sovietici; sopravvissuta all'Olocausto, divenne assistente e collaboratrice di Lukács, filosofo dirigente del partito comunista ungherese sin dai tempi di Lenin nel 1918, ma nel 1959 venne espulsa dall'università e poi anche dal partito per aver sostenuto «idee false e revisioniste»; nel 1968 protestò contro l'intervento sovietico in Cecoslovacchia; venne licenziata dall'Accademia nel 1973 con l'accusa di aver negato la realtà socialista del suo paese e di altri paesi usciti dalla rivoluzione d'Ottobre

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2018.10.25 <avvenire> La filosofa ungherese Ágnes Heller pubblica la terza parte della sua trilogia sulla morale e dice: «Il male non può mai essere tollerato ...  Nietzsche è uno dei protagonisti del libro insieme con Immanuel Kant e Søren Kierkegaard. Quello che ho cercato di dimostrare è che, quali che siano le convinzioni di partenza, le scelte morali avvengono sempre in condizioni particolari, che possono perfino contraddire le premesse teoretiche. La questione è che non possiamo apprezzare il valore di una scelta fino a quando questa non entra a contatto con la realtà, facendosi concreta, drammatica. Le teorie sono analogabili a un bastone a cui appoggiarsi mentre si procede su un terreno accidentato».